Una missionaria comboniana, giornalista e scrittrice, riaccende i riflettori su una tragedia troppo presto dimenticata. Dando una spallata all’indifferenza endemica, al menefreghismo ontologico di cui siamo impregnati
Finite le scosse, scomparso il terremoto dai media. Ma in Ecuador si continuano a cercare i morti, a soffrire per le conseguenze del disastro e a tentare di rimettere insieme i cocci di case, villaggi, paesi rasi al suolo. A risvegliarmi dal torpore su questa notizia, sparita rapidamente dai nostri telegiornali e quotidiani, una mail di suor Daniela Maccari, missionaria comboniana nel Paese andino, che conosco da molti anni. Giornalista e autrice di diversi libri, la religiosa conosce i meccanismi dell’informazione, la sua abilità a seppellire i fatti che ormai sembrano vecchi, la capacità di non seguire vicende dolorose troppo lontane geograficamente e affettivamente dalla vecchia Europa. Se fra le vittime ci fosse stato qualche italiano o ...